Riapro il blog dopo molto tempo. Queste pagine sono così
poco frequentate da me e dai lettori che mi ricordano un diario segreto, di
quelli che si consultano nelle fiabe di magia solo nei momenti speciali. Dovrei
esserne dispiaciuto, invece penso che se dovessi usare il mio tempo per gestire
il blog e intrattenermi con i followers, avrei meno tempo da dedicare alla
scrittura e alla lettura. Ci sono blogger che conducono una vita frenetica per
questo e chissà se riescono a dormire. Spero che abbiano il loro bravo
interesse a vivere la vita davanti a uno schermo, altrimenti la nevrosi e la
scimmia da web li prevaricheranno.
Se, però, ho deciso di scrivere una pagina una ragione
speciale ci sarà! Infatti! Mi è capitato di leggere un romanzo uscito lo scorso
autunno, più o meno in contemporanea con il mio Tu l’hai visto Easy Rider?. Si tratta di L’essenza stessa di Alessandro Brusa.
Il libro mi è piaciuto per diversi motivi. Intanto perché si
fa leggere. Il linguaggio è ben dosato tra descrizione e narrazione e
soprattutto dialoghi, che rendono scorrevole la lettura, nonostante
l’introspezione continua dei personaggi. La loro caratterizzazione si accumula
nel tempo attraverso il loro agire, il loro esprimersi e non è imposta
dall’autore. Io l’ho letto tutto d’un fiato e ho goduto della storia narrata, seppure
a volte inverosimile per come si spostano nello spazio e nel tempo i protagonisti, convinto che il mondo reale ci possa sorprendere allo stesso
modo.
Tuttavia la cosa che mi ha colpito di più è l’affinità tra
il mio romanzo e questo di Brusa nel trattare l’amicizia tra due persone che
parte dalla prima gioventù sino alla mezza età. Ric e Luca sono entrambi
eterosessuali come Manu e Jacopo sono omosessuali. Quanto c’entri la sessualità
nella loro amicizia è tutta una scommessa. L’amicizia, quella vera, dovrebbe
travalicare il sesso, ma implica inevitabilmente un’attrazione verso l’amico, che
sia di natura psichica o “a pelle”. Il
sentimento dell’amore nell’amicizia, secondo me, ha una complessità tale che
nulla ha da invidiare al sentimento dell’amore nel senso più comune e, a volte,
i confini sono piuttosto sfumati. I mie protagonisti si amano, come amici, come
fratelli. Hanno bisogno della fisicità, di un contatto e della presenza
dell’altro. Di sicuro Ric lo richiede per la sua maggiore fragilità rispetto a
Manu. Ric poi rispetto a Luca ha una sessualità più “aperta”, come a dire che
la loro somiglianza finisce nel momento in cui comincia la loro individuale
personalità, quella che ci rende tutti unici, diversi gli uni dagli altri.
Un altro aspetto che accomuna questi personaggi è poi la
personale recherche. Solo Manu sembra
avere trovato nel lavoro di medico un senso alla propria esistenza. Gli altri
tre devono attraversare tutto il romanzo per arrivarci. Alessandro Brusa fa
compiere ai propri personaggi un percorso a ritroso nel tempo per ritrovare ciò
che realmente conta nella vita, l’essenza di ciò che conta nei rapporti umani,
che è poi quello che a sua volta dà senso a tutto il resto. Non è facile
“esserci” per gli altri. Ѐ
qualcosa che si impara vivendo e a volte ritornando in modo ciclico sui proprio
errori.
A me ha fatto anche molto piacere vedere come due
generazioni a confronto, come quella dei due autori, in fondo esaltino la stessa
cosa: l’amicizia. Non che il tema sia nuovo, basti pensare a Due di due di Andrea De Carlo. La
differenza magari è nella Storia perché anche i sentimenti e i moti dell’anima
si storicizzano. Nel mio romanzo quel sentimento, così forte, è il
collante sentito e condiviso da gran
parte di una generazione degli anni Sessanta. Un fenomeno che poi si è spento
nelle lotte politiche, più reali, che hanno spazzato via ogni ideale di
cambiamento favolistico del mondo e di una umanità finalmente ravveduta. Nei decenni
più recenti, e forse anche nel romanzo di Brusa, il senso dell’amicizia è stato
più legato al gruppo ristretto o al sentire individuale, che a un sentimento
generale.
Naturalmente ci sono altre tematiche in entrambi i romanzi
che li fanno scivolare in corsie di scorrimento separate. Lascerei, però, al
lettore il piacere di scoprirle. Alla prossima.